Mentre scrivo, agosto non è ancora finito e mi è difficile prevedere cosa accadrà negli ultimi giorni utili per rientrare dalle vacanze.

Quel che è certo è che l’estate 2022, soprattutto il bimestre giugno-luglio, verrà ricordata a lungo per il caos aeroporti.
I telegiornali ci hanno proposto per giorni le immagini in diretta dai principali aeroporti europei e italiani: secondo i dati Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) ripresi da Il Sole 24 ore, tra il 20 giugno e il 24 luglio i voli cancellati in partenza dagli scali del nostro Paese sono stati 3.600, con un picco nel giorno dello sciopero lo scorso 17 luglio (con ben 377 voli annullati).

Un numero molto alto, che in ogni caso colloca l’Italia in una situazione migliore rispetto ad altri Paesi europei: si parla dell’1,8% dei voli nazionali e del 3,6% di quelli internazionali, molto meno rispetto ai dati registrati nei principali hub europei, soprattutto Londra, Amsterdam e Francoforte.
Il caos negli aeroporti non ha riguardato solo ritardi e cancellazioni, con tutti i disagi che ne conseguono, ma anche code chilometriche alle partenze, con postazioni scanner ridotte e attese anche di 3 o 4 ore per accedere all’area dei gate.

Cosa è successo? A causare i disagi è stata la ripresa del settore, superiore alle attese, con un’impennata di domande che ha colto impreparate molte compagnie aeree e gli stessi aeroporti, sprovvisti di personale, licenziato o dimissionario durante i lockdown da pandemia. Alla mancata lungimiranza si sono aggiunti anche scioperi e disordini interni.

Chiedere rimborso, questa è la buona notizia, è possibile. Se hai subito ritardi o cancellazioni (soprattutto se ciò ti ha creato problemi lavorativi o personali) e desideri conoscere i tuoi diritti da passeggero, contattami!